Casinò di San Pellegrino

Casinò di San Pellegrino

Casinò di San PellegrinoImpossibile non notarlo da lontano: con le due imponenti torri, finemente arricchite dai portalampade, e con il pennone in ferro battuto (a firma del fabbro Alessandro Mazzucotelli), il Casinò di San Pellegrino domina la vista sulle montagne della città termale e richiama alla mente il civettuolo via vai di quando uomini in paltò e donne con impellicciate accedevano nel regale vestibolo per una serata di piacevole gioco.
L’idea di aprire il Casinò di San Pellegrino risale agli inizi del Novecento, quando la cittadina era diventata un centro non solo di cura, ma anche di villeggiatura che strizzava l’occhio alle classi più abbienti.

È di quegli anni, infatti, la costruzione del sontuoso e imponente Grand Hotel di San Pellegrino che, fra gli altri, aveva ospitato la famiglia reale dei Savoia, diversi premi Nobel e alti ufficiali dell’esercito italiano.
Oltre alle terme e a un soggiorno con tutti i confort, la città pensò di rendersi ancora più attraente agli occhi dei suoi illustri villeggianti con un casinò.

Fu così affidato a Romolo Squadrelli la progettazione della struttura, nata come prosecuzione del porticato delle vicine terme, e le decorazioni degli interni: situato dall’altra parte del fiume Brembo rispetto al Grand Hotel, il Casinò venne costruito in soli due anni (dal 1904 al 1906) e il taglio del nastro avvenne nel luglio 1907.

Al pari del Grand Hotel, anche il Casinò municipale abbraccia lo stile liberty e si avvale dei migliori materiali all’epoca a disposizione: il portone centrale è decorato con altorilievi realizzati con la tecnica del cemento “a cotto”, mentre la facciata è un vero tripudio di bassorilievi, fregi, busti umani, motivi allegorici e stucchi che riescono a darle quel tocco di imponenza e leggiadria allo stesso tempo.

Il lusso e l’eleganza degli esterni non era che un anticipo di quello che attendeva gli ospiti, una volta entrati nel Casinò di San Pellegrino: nel vestibolo erano le otto colonne in marmo rosso di Verona a dominare la scena e a condurre direttamente alla monumentale scala, sovrastata dalla vetrata circondata dagli affreschi dei dodici mesi dell’anno con i relativi segni zodiacali, capolavoro del pittore Malerba; mentre al primo piano, sopra le due esedre laterali, si aprono due ampie terrazze.

Fino al 1927 (per circa 20 anni), il Casinò di San Pellegrino fu una casa da gioco, in seguito – dismessi i panni da sede di tavoli verdi – non venne lasciato al proprio destino, ma venne utilizzato per manifestazioni culturali e teatrali, congressi, sfilate di moda, mostre d’arte e sontuose serate di gala, eventi che ospita ancora oggi, insieme a essere una delle cornici più romantiche della Provincia per i ricevimenti e i banchetti nuziali.

Alcune foto d’epoca le potete trovare qui.

 

 

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