Località Fondi a Piazza Brembana: picnic e storia

Località Fondi a Piazza Brembana: picnic e storia

Se una domenica a Bergamo, il caldo fosse insopportabile, prendete l’auto e recatevi alla località Fondi a Piazza Brembana (504 m s.l.m.), a circa 50 minuti di distanza.
Qui, come si può vedere dalla mappa, vi attende un prato con qualche tavolino per il picnic, una strttura per il barbecue, un campo e una rete da volley e anche un pizzico di storia recente della nostra provincia.

Fondi a Piazza Brembana: come arrivare

 

Per arrivare in qusta oasi di tranquillità, procedere sulla SS470 (Villa d’Alme Dalmine) fino a Piazza Brembana, usciti dalla statale procedere sempre dritti sulla strada provinciale 1 in direzzione di Foppolo, arrivati all’incrocio con via Aldo Moro svoltate a destra e a pochi metri troverete una spiazzo per parcheggiare.
Se non volete correre il rischio di non trovare posteggio, risalite via Aldo Moro sulla destra vi sono molti parcheggi, in fine all’altezza della stazione autolinee anche qui vi è un grande parcheggio qui troverete una mappa riassuntiva.

Infatti, oltre a essere un piacevole punto dove trascorrere un pomeriggio promaverile (i frondosi alberi vi garantiscono una buona ombra), qui potrete trovare la Cappella dei Fondi.
La piccola cappella è stata costruita per devozione nel 1799 nel punto in cui, sin dal Seicento, venivano sepolti i morti per carestie e gravi malattie contagiose, come la peste di manzoniana memoria; in fondo alla cappellasono conservati ancora alcuni resti ossei.
Nell’Ottocento, la santella venne decorata con alcuni affreschi a firma di Giacomo Calegari e venne incisa la frase “Il popolo di Piazza dal colera morbo mirabilmente salvato è riconoscente ai morti dei fondi e in segno di gratitudine sciolse il voto 1867” sul timpano.

Ciò che colpisce di più il visitatore è sicuramente la presenza delle due tacche sulla parete di

 

sinistra che segnano l’altezza dell’acqua nelle due alluvioni più catastrofiche: quella del 1890 (la più in basso) e quella del 1987 (più in alto).
Per commemorare i defunti dell’alluvione del 1987, nella torre del ponte, è stato traslato il dipinto della Crocefissione di Calegari e sono stati scritti i nomi delle 5 vittime che la piena fece in Val Brembana: Romeo Cortinovis (35 anni, di Lenna) che annegò mentre portava al riparo
l’auto nel garage; Angelo Salvetti (22 anni, di San Giovanni Bianco), rimasto bloccato con l’auto in panne sulla strada di Mezzoldo e il cui corpo fu ritrovato tre giorni dopo a Canonica d’Adda; Paola Tornaghi (22 anni, di Sesto San Giovanni) sorpresa dal nubifragio a Mezzoldo, venne recuperata fra Olmo e Piazza; mentre i corpi di Marco Tamburrini (22 anni, di Mediglio in provincia di Milano), e di Barbara Orlando (15 anni, di Longuelo), non sono stati più recuperati.

Sempre nella torre del ponte, a lato, troviamo la triste, ma quanto mai vera frase di Lucrezio, presente nel “De rerum natura” che drammaticamente ricorda la caducità delle costruzioni umane di fronte alla potenza della natura: “Neanche i ponti solidi possono resistere all’improvvisa violenza dell’acqua che sopraggiunge” (“nec validi possunt pontes venientis aquai vim subitam tolerare”).
Accanto alla cappella, poi, ci sono dei pannelli espositivi celebrativi dei Fratelli Calvi, eroi della I guerra mondiale; fra le foto d’epoca presenti sul web, questa ritrae un gruppo di alpini in esercizio ai Fondi di Piazza Brembana.

Nei pressi della cappella, il sentiero 128 CAI si inerpica nei boschi e dopo  tre ore di cammino ci porta a Cespedosio (1093 m).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.