Ci sono tanti modi per visitare Città Alta: oltre ai tradizionali giri che toccano i luoghi simbolo, possiamo percorrere itinerari lungo i monumenti religiosi, oppure lungo le pietre di inciampo o, perché no, lungo le diramazioni che compongono le vie dell’acqua di Città Alta.
Il percorso che vi proponiamo oggi si snoda, dunque, seguendo l’acquedotto che storicamente ha permesso l’afflusso delle acque nel nucleo antico di Bergamo, per arrivare al Serbatoio di Sant’Agostino, attualmente in uso per rifornire la città di acqua.
Le vie dell’acqua di Città Alta
Per l’itinerario di oggi servono circa un paio di ore, scarpe comode e una conoscenza minima di Città Alta.
Partiamo da Porta Sant’Alessandro, la porta che si affaccia sulla parte occidentale della città e che, in passato, permetteva di unire la città con la zona verso Como.
Proprio dentro la Porta passa un tratto dell’acquedotto magistrale quello che, partendo dalle sorgenti che si trovano nella via dei Vasi, permetteva l’ingresso nella città dell’acqua destinata alla popolazione. Dalla Porta, poi, l’acqua raggiungeva la Cittadella che costituiva il nucleo fortificato della città.
Qui, l’acqua era destinata principalmente al Capitano e ai cavalli e, una volta soddisfatti i bisogni del comparto militare, l’acqua raggiungeva la città vera e propria in Piazza Mascheroni dove, in corrispondenza della grande fontana che troviamo sulla sinistra della piazza, una cisterna ipogea raccoglieva l’acqua.
L’acquedotto poi proseguiva sotto quella che oggi è chiamata via Arena e proseguiva lungo la parte più sopraelevata della città che permetteva una più facile distribuzione ai civili seguendo l’inclinazione del Colle.
Da via San Salvatore, raggiungiamo l’incrocio con via Salvecchio dove c’era una prima partizione che consentiva, appunto, di distribuire l’acqua alle varie zone della città. Poco avanti c’è il Vescovado, sede del Vescovo, la massima carica religiosa dell’epoca, che, come potete immaginare, era uno degli edifici principalmente collegati alla rete idrica.
Il Fontanone
Da Piazza Rosate, in pochi passi, siamo al Fontanone, la più grande cisterna della città, la cui capienza era di 22.000 ettolitri. Possiamo sbirciare dalle grate gli ambienti che riescono a trasmettere, nonostante l’oscurità, l’imponenza della struttura.
Da Piazza Giuliani, l’acquedotto raggiungeva Piazza Vecchia dove, già prima della Fontana del Contarini, era presente una fontana che permetteva agli abitanti di Città Alta di poter fruire di acqua. La fontana era situata dove oggi c’è la scaletta che unisce Piazza Vecchia con la Corsarola.
In pochi passi, è possibile raggiungere il Lavatoio di via Mario Lupo: di costruzione più recente (è dell’Ottocento), rispondeva alla necessità di garantire agli abitanti di Città Alta la possibilità di fare il bucato. La struttura, recentemente restaurata, è in pietra di Zandobbio e ha una copertura in stile Liberty.
Di fronte, in direzione Nord, era presente una vasca di risciacquo che, tuttavia, non è stata conservata nel tempo anche per il minor pregio architettonico.
Le vie dell’acqua di Città Alta proseguono poi per la Piazzetta di San Pancrazio dove a ricordarci questa tappa c’è la bella fontana e arrivava, infine, in Piazza Mercato delle Scarpe, dove c’è tutt’oggi la cisterna che aveva una capienza leggermente inferiore del Fontanone.
Le dimensioni della cisterna di Piazza Mercato delle Scarpe sono 22 metri x 7 metri x 9 metri. Qui, sopra la cisterna, fino al fine del Settecento c’era un pozzo, che poi è stato sostituito da una fontana in pietra di Zandobbio.
L’ultima “tappa” dell’acquedotto magistrale era la fontana che si trova a metà di via Porta Dipinta. Da segnalare che c’era un’altra fonte di acqua, proveniente dalla Rocca, che riforniva la Fontana di San Rocco, in Piazza Mercato delle Scarpe, ma si esauriva ben presto e, per questo motivo, era nota anche come “Fontana Seca”, quella di Sant’Eufemia, in via Solata, e quella di San Giacomo nell’omonima via.
Scendiamo quasi tutta via Porta Dipinta fino alla Fontana di San Michele Pozzo Bianco e torniamo indietro per imboccare via Osmano, dove c’è la fontana di San Michele. L’acqua che usciva da queste fontane arrivava da Prato Baglioni, situato in Colle Aperto.
Il Serbatoio di Sant’Agostino
Finito il viaggio storico, sta per finire anche il nostro itinerario: a pochi passi da noi, c’è Porta Sant’Agostino e appena sotto l’omonimo serbatoio che costituisce ancora oggi la cisterna principale di rifornimento d’acqua per la città di Bergamo.
L’acqua che arriva a Bergamo ha origine al Costone, nei pressi di Casnigo, ad Algua e dalla Nossana. Nell’edificio che possiamo vedere dalle Mura e dalla Porta Sant’Agostino è in funzione tutt’oggi l’impianto che permette la distribuzione dell’acqua sia alla parte bassa che alta di Bergamo.