Crespi d’Adda: l’operosità fatta villaggio, alle porte di Bergamo

Crespi d’Adda: l’operosità fatta villaggio, alle porte di Bergamo

Bergamo, terra di lavoro e di fatiche, per antonomasia. Immersa nel cuore della Pianura Padana, simboleggia da sempre il lavoro e dove, dunque, poteva trovarsi il villaggio operaio meglio conservato dell’Europa meridionale se non in provincia di Bergamo?

Avrete certamente capito che parliamo di Crespi d’Adda, il villaggio situato nel comune di Capriate San Gervasio che, dal 1995, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Come nasce Crespi d’Adda

Riavvolgiamo il nastro della storia all’Ottocento, quando Cristoforo Benigno Crespi, classe 1833, appartenente a una famiglia di imprenditori tessili di Busto Arsizio fonda fra Capriate e Canonica D’Adda quella che diventerà la maggior industria cotoniera del tempo e l’annesso villaggio.

L’industria registrerà numeri da record negli anni, ma quello che rimane nel tempo è il villaggio operaio: uno spazio studiato e progettato dai Crespi perché i lavoranti potessero essere accompagnati “dalla culla alla tomba”.

Nel villaggio, infatti, oltre allo stabilimento industriale e alle case destinate ai dipendenti, i Crespi fanno costruire l’asilo e il cimitero, la chiesa, riproduzione in miniatura del santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio, una piscina gratuita a uso dei lavoratori, forniscono il materiale scolastico, il servizio mensa e gli alloggi per i docenti. Dal 1904 è attivo anche un piccolo ospedale.

Le case per gli operai sono unifamiliari o bifamiliari: accantonata l’idea iniziale di realizzare casermoni su più piani, per più famiglie, si opta per soluzioni più piccole con pianta quadrata e su un paio di piani. Al piano terra ingresso e una camera; di sopra, la zona notte.

Il bagno non è nelle abitazioni, ma nelle adiacenze. Insomma, vere e proprie case più che dignitose secondo i parametri dell’epoca.

Il tutto veniva concesso purché nella famiglia ci fosse almeno un dipendente dell’industria e il canone di affitto veniva trattenuto dalla busta paga, mentre la manutenzione rimaneva in capo alla ditta.

Completano le innovazioni fornite al villaggio un’efficiente sistema elettrico di illuminazione, e il collegamento telefonico fra il castelletto eclettico, dimora padronale a Crespi, e l’abitazione a Milano città.

La fabbrica di Crespi

Cuore pulsante del villaggio è ovviamente lo stabilimento: come scrivevo, si trattava di una delle fabbriche più all’avanguardia dei suoi tempi, con sistemi di filatura modernissimi che permettevano di raggiungere fino a 50.000 metri di tessuti al giorni e dava occupazione a 4.000 operai.

Lo stabilimento ha una struttura a shed e svetta un’alta torre in stile medioevale.

La proprietà Crespi cessa nel 1930, quando la famiglia vende, mentre lo stabilimento interrompe definitivamente la produzione nel 2003. Oggi è di proprietà della famiglia Percassi.

Come raggiungere Crespi d’Adda

Per raggiungere Crespi d’Adda abbiamo due possibilità, prendere l’autostrada e uscire al casello di Capriate oppure seguire le indicazioni per Osio successivamente per Brembate arrivando fino al Casello dell’autostrada di Capriate proseguire su via Dante Alighieri e al primo semaforo svoltare a sinistra in via Crespi attenzione non è possibile arrivare fino al villaggio operaio in macchina ma bisogna lasciare la macchina nel parcheggio a pagamento 5 euro al giorno.

Photo credit Phyrexian, CC BY-SA 4.0

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