Giovan Francesco Capoferri, l’autore materiale delle tarsie di Santa Maria Maggiore

Giovan Francesco Capoferri, l’autore materiale delle tarsie di Santa Maria Maggiore

Se dovessimo pensare a Città Alta, le prime immagini che subito si concretizzano sono le mura, Piazza Vecchia o la Corsarola. In mezzo alle viuzze e fra i palazzi storici del borgo antico della città ci sono molte opere di altissima qualità e. fra queste, il coro di Santa Maria Maggiore, opera di Lorenzo Lotto e di Giovan Francesco Capoferri.

Giovan Francesco Capoferri: origini e infanzia

Il nome di Giovan Francesco Capoferri non è noto al grande pubblico quanto quello di Lotto, eppure il suo contributo nella realizzazione delle bellissime tarsie in Santa Maria Maggiore è stato fondamentale.

Vediamo, dunque, di conoscere un po’ meglio Giovan Francesco Capoferri. Nato a Lovere sul finire del XV secolo (pare nel 1497), Giovan Battista apparteneva a una famiglia di maestri d’ascia, esperti nella lavorazione del legno e, data la vicinanza con il lago, non è da escludere una certa perizia con le chiglie e navigli.

Giovan Francesco era figlio del maringonus (marangone, da intendersi come maestro d’ascia) Giovannino di Giovanni e della sua prima moglie Caterina, e il suo nome ricomprende quelli del nonni, paterno e materno.

L’ambiente in cui Giovan Francesco crebbe era molto dinamico: la comunità loverese del tempo era attiva sul mercato e, in particolare, nei segmenti della lana e del commercio; la famiglia di origine non lesinò la formazione del giovane.

Pare, infatti, che, da ragazzo, venne istruito nell’abaco, accanto alle abilità manuali, attività che – come visto – caratterizzava la sua famiglia. Trascorsi alcuni anni e affinate le abilità manuali, Giovan Francesco perfezionò la tecnica con un periodo di formazione presso il più noto intarsiatore bergamasco dei tempi, fra Damiano Zambelli.

Lo scandalo per l’incarico delle tarsie

Fra il 1521 e 1522 Giovan Francesco effettuò un anno di perfezionamento presso fra Damiano, al termine del quale le sue capacità erano migliorate al punto di aggiudicarsi la direzione dei lavori per il nuovo coro di Santa Maria Maggiore.

Sembrava che l’incarico spettasse a fra Damiano e, invece, l’appaltatrice Fondazione Mia preferì il giovane intarsiatore. Scoppiò uno scandalo che venne sedato anche grazie all’intervento di Lorenzo Lotto.

Le acque si chetarono e come andarono le cose è storia, o meglio arte: il giovane loverese lavorò con cura e abilità che ancora oggi possiamo ammirare nella chiesa di Santa Maria Maggiore dove le sue tarsie attirano migliaia di turisti ogni anno.

Foto di Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

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