Un uomo di età avanzata, robusto e con una folta barba bianca ci rimanda lo sguardo, dall’altra parte della tela, rievocando nella nostra memoria qualche gigante buono di quando eravamo bambini… quella pacatezza dei vecchi dettata dagli anni e dall’esperienza che rincuora.
Il ruolo che il soggetto ricopre in questo dipinto è, tuttavia, meno familiare e cordiale: l’anello al dito, insieme alla veste color rosso e alla sopravveste senza maniche, infatti, hanno messo d’accordo la critica sul fatto che il signore in questione potrebbe essere un podestà.
Il condizionale rimane d’obbligo: infatti, non abbiamo ulteriori elementi per esserne certi e meno ancora per risalire a un nome preciso, ma è un buon inizio.
Tecnica e conservazione
Il dipinto, “Ritratto di un podestà” eseguito con la tecnica della pittura a olio, risale al 1560 – 1565 e condivide molti punti con i ritratti di altri podestà eseguiti sempre dal Moroni. Pensiamo agli indumenti e alle posture dei ritratti dei podestà Jacopo Foscarini e Antonio Navagero, custoditi rispettivamente al Muzeum di Budapest e alla Pinacoteca di Brera.
Oggi, il dipinto è esposto nell’Accademia Carrara di Bergamo, anche se la proprietà è del cittadino Ospedale Papa Giovanni XXIII che, oltre alla quadreria con più di 200 dipinti, annovera fra i suoi beni oggetti di interesse scientifico, libri e archivi storici che, nel complesso, superano i 7.000 volumi.
Si tratta delle donazioni che, negli anni, i privati hanno voluto lasciare all’ospedale; per i quadri, il Papa Giovanni ha trovato nella collaborazione con l’Accademia Carrara un’eccellente e prestigiosa collocazione delle proprie opere. Da quest’intesa, risalente al XIX secolo, un’opportunità per tutti noi, cittadini e turisti della città, di poter apprezzare dipinti di altissimo valore.