Sulle tracce delle pietre d’inciampo di Bergamo la via della memoria

Sulle tracce delle pietre d’inciampo di Bergamo la via della memoria

L’uscita che vi propongo oggi, diversa da tutte le altre, è stata ideata da una professoressa di scuola secondaria di primo grado della provincia, alla quale va il mio più sentito ringraziamento per aver condiviso con noi questa pagina di storia della nostra città, che magari molti di noi non conoscevano, quindi iniziamo la ricerca delle pietre d’inciampo di Bergamo

Le pietre d’inciampo di Bergamo: ecco dove trovarle

Il nostro viaggio inizia in via Quintino basso, più precisamente nel parco del Quintino. Qui troviamo la prima pietra d’inciampo intitolata a Teresa Savio, nata nel 1916- Teresa lascia presto la scuola per andare prima a lavorare in un’azienda di calze, poi nel1931 entra a servizio della famiglia Curti dove con la signora Lydia si fa carico di aiutare i prigionieri in fuga. Viene arrestata il 2 dicembre 1943 e, condannata, viene trasportata nel carcere di Monaco per poi essere trasferita al campo di lavoro di Hagenau. Teresa viene liberata il 22 aprile 1945 dal campo di Ebersbach, ma in seguito ad un’incidente stradale muore a Göppingen il 27 maggio dello stesso anno.

Continuano la nostra via della memoria verso Via Borgo Palazzo, nel raggiungere la nostra meta passiamo in alcune zone della nostra città quasi nascoste.

Qui troviamo la seconda pietra intitolata Giuseppe Stella nato il 1 giugno 1913 a Bergamo; Giuseppe prende parte alla Guerra in Etiopia e successivamente in quella in Spagna. Dopo la nascita dei figli, decide di non combattere per i nazifascisti della Rsi, viene deportato in Germania dove muore a Berlino nel 1944.

Senza indugi proseguiamo con la scoperta delle pietre d’inciampo di Bergamo, raggiungendo la terza tappa: troviamo una delle ultime pietre poste, quella alla memoria di Adolfo Barnaba.

Di origini nobili, Adolfo riceve un’istruzione liberale dal padre volontario dell’impresa dei Mille, lavora presso l’Italcementi di Vittorio Veneto. Arriva a Bergamo come direttore dello stabilimento locale. Si unisce alla resistenza, nel 1943 viene scoperto e arrestato e condannato a quattro anni. Viene rinchiuso nel carcere di Monaco e poi deportato nel campo di Marchtrenk dove, ormai sessantenne, muore nel 1944 di malattia e di stenti.

Proseguiamo, risalendo fino in via Pignolo: qui troviamo una targa commemorativa del giovane Ferruccio dell’Orto, terzo di cinque fratelli, nasce a Milano nel 1927 viene ferito durante un’azione da un milite armato, portato in caserma per essere interrogato, nonostante le gravi ferite, muore senza aver rivelato i dettagli dell’operazione a cui stava partecipando . A poche decine di metri troviamo la quarta pietra intitolata ad Algo Ghezzi.

Aldo, nato nel 1923 e tipografo di professione, fin da giovane è attirato dalla politica. Nel 1941 entra in contatto con Dante Paci e inizia a militare nella resistenza. Arrestato nel 1944, viene recluso nel carcere Sant’Anna di Bergamo e successivamente trasferito a San Vittore. Verrà poi deportato nel campo Mauthausen e in seguito a Ebensee, dove muore a 21 anni nel 1945; tuttora riposa nel cimitero dell’ospedale.

La nostra via della memoria sulle orme delle pietre d’inciampo a Bergamo prosegue nel cuore della città: risaliamo via Tasso fino ad arrivare sul Sentierone, qui attraversiamo piazza Dante dove sotto i nostri piedi troviamo uno dei rifugi antiaerei di Bergamo, il Diurno.

Continuiamo fino ad arrivare in via Cucchi: qui troviamo la quinta pietra intitolata alla memoria di Roberto Bruni, tra i primi attivisti antifascisti di Bergamo. Roberto viene arrestato nel 1941 con il fratello ed entrambi sono incarcerati nel carcere di Bergamo, successivamente vengono trasferiti a Roma e vengono assolti nel processo a loro carico. Nel 1944 Roberto e il fratello Eugenio cercano di unirsi ai partigiani in montagna, ma vengono arrestati e incarcerati a San Vittore. Dopo San Vittore, vengono trasferiti a Bolzano e poi deportati nel campo di Dachau dove Eugenio contrae il tifo e viene trasferito in infermeria. Roberto resta nel campo e trova la morte nel 1945. Eugenio riesce a salvarsi e rientra a Bergamo diventando consigliere comunale, in memoria del fratello chiama il figlio Roberto che fu sindaco di Bergamo dal 2004 al 2009.

Attraversiamo la rotonda dei Mille e ci troviamo in via XX settembre, proseguiamo fino a Piazza Pontida, e da qui imbocchiamo via San Bernardino dove troviamo ben due pietre, dedicate ai componenti della famiglia Sonnino, Ilda e a sua madre Bella Mariana Sonnino Ortona.

La famiglia Sonnino di origini ebraiche si trasferisce a Bergamo negli anni ‘20, aprendo un negozio di tessuti in via Roma (oggi Viale Papa Giovanni). Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, iniziano i problemi della famiglia, ma solo nel 1943, dopo che i nazionalsocialisti tedeschi prendono il potere, Ilda viene arrestata insieme alla madre Bella Mariana Sonnino Ortona.

Detenute nel carcere di Bergamo, vengono successivamente trasferite nel carcere di Fossoli e deportate nel campo di sterminio di Auschwitz dove nell’aprile del 1944 Bella Mariana trova la morte nelle camere a gas.

Ilda invece muore nel campo di Bergen-Belsen nel febbraio del 1945, mentre il fratello Pilade fu assassinato nel campo di Mauthausen nell’aprile dello stesso anno. Il padre Amleto,riesce ad evadere, ma muore nel 1947 a Bergamo.

Le ultime due pietre d’inciampo si trovano in Città Alta che raggiungiamo risalendo via Sant’Alessandro , qui facciamo una piccola deviazione imboccando vicolo San Carlo che ci porta fino a Porta San Giacomo.

Proseguiamo lungo i caratteristici vicoli fino ad arrivare al monumentale Liceo Sarpi dove troviamo la settima pietra d’inciampo di Bergamo, intitolata a Giovanni D’Amico.

Allievo ufficiale del corpo degli Alpini, Giovanni viene ferito sul fronte greco albanese e mandato in convalescenza a Bergamo. Viene richiamato alle armi a Gorizia, riesce a rientrare a Bergamo unendosi alla resistenza. Viene arrestato nel 1944, deportato in Germania e internato a Mauthausen dove trova la morte nel 1945 nel sottocampo di Melk.

Non ci resta che raggiungere l’ultima pietra: attraversiamo la sempre meravigliosa Piazza Vecchia, per continuare lungo Via Bartolomeo Colleoni conosciuta come Corsarola giungendo proprio all’ingresso del Carcere Sant’Anna.

Qui troviamo la prima pietra d’inciampo posta di Bergamo, posata il 27 gennaio 2021, intitolata ad Alessandro Zappata che fu guardia carceraria del carcere di Bergamo. Alessandro viene sospeso dal servizio e deferito alla commissione di disciplina nel febbraio del 1944, dopo essere stato sorpreso a portare all’esterno del carcere le lettere non censurate dei detenuti. Viene condannato e incarcerato a San Vittore, trasferito a Bolzano e deportato nel Lager di Flossenbürg dove trova la morte nel 1945.

Qui concludiamo la via della memoria, scendiamo verso San Lorenzo per tornare da dove abbiamo iniziato.

Qui di seguito vi lascio una mappa con gli indirizzi precisi su dove trovare le pietre e sul percorso che abbiamo fatto oggi, in tutto circa 12 chilometri attraverso la nostra città tra storia e non solo.

Alla prossima……

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